Negata per l'ennesima volta la VIA sulla Bonfadina
Venerdì 10 aprile 2009 sul BURL della Regione Lombardia è stata negata per la terza volta la VIA sulla cava Bonfadina. La ragione fondamentale è stata la conferma della interpretazione data fin dal 2007 dalla Regione circa la normativa sulla VIA: ossia essa non deve essere concessa per bacini estrattivi di dimensione inferiore ai 20 ettari.
Ma il problema sta proprio qui: il bacino estrattivo ha una dimensione di 34.1 ettari di cui la ditta dichiara di volerne escavare poco più di 10. Nessuna dichiarazione, ovviamente, sulla volontà di ottenere escavazioni aggiuntive con i futuri piani cave provinciali.
E questo è inaccettabile. Ho già avuto modo di dire come sia incomprensibile che ai fini urbanistici il terreno dell'ATEg09 sia passato tutto da agricolo a escavabile ma nel momento in cui si devono stabilire le aree da considerare ai fini dell'obbligatorietà alla VIA si cerca di far passare l'idea che solo una parte di queste aree sia da conteggiare. Ovviamente sotto i 20 ettari. Vi sono al riguardo tutta una serie di sentenze anche da parte del Consiglio di Stato che negano questa interpretazione. La Regione Lombardia ha deciso comunque di negare la VIA sicura che la Commissione Europea ritirerà la messa in mora del 12/10/2006 aperta in merito al caso della cava Bonfadina.
Il testo del decreto è leggibile al seguente link:
Segnalo come nell'allegato tutti i dati che la Regione ha considerato per prendere la propria decisione sono solo quelli forniti dalla ditta. Nessun tipo di presa di posizione rispetto ai dati forniti dalle amministrazioni comunali: sulla viabilità, sulle emissioni di polveri fini, sulle emissioni acustiche.
Non si capisce perchè non si sia sentita la necessità di effettuare dei monitoraggi propri al di là di ciò che dichiara la ditta che è ovviamente una parte della diatriba.
Ma questa è una vecchia abitudine a cui siamo ormai abituati.
Vedremo se la Commissione Europea la vede in questo modo o se la Regione dovrà per l'ennesima volta cambiare i propri decreti in regime di autotutela.
Su questo tema mi aggancio al discorso dei rapporti con le minoranze rovatesi. Sembra ormai chiaro che nè la Provincia nè la Regione accettino di rivedere le proprie decisioni sul tema della Bonfadina. Sulla stessa linea le potenziali discariche nella cava Macogna dopo le dichiarazioni dell'assessore regionale BONI che non le ha escluse a priori.
Su questi due temi, la convergenza di intenti con le minoranze potrebbe davvero portare benefici effetti alla nostra comunità, convincendo le autorità regionali e provinciali a trovare soluzioni che non impattino ulteriormente sul nostro territorio. Vedremo se le minoranze rovatesi decideranno di rivolgersi ai loro interlocutori in Provincia e Regione anche per questi temi. Come ebbi modo di dire in consiglio comunale sarei il primo a riconoscere eventuali risultati che arrivassero per la comunità rovatese grazie al contributo delle minoranze.
Eventuali spunti e richieste sono comunicabili al mio indirizzo:
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