La forza delle proprie ragioni
Rimandando a apposito post la descrizione dei punti trattati nel consiglio comunale di ieri dedico il presente ad alcune considerazioni in merito al tono e alla sostanza degli interventi sentiti. In particolare mi riferisco al comizio politico di un consigliere di minoranza che dopo 12 mesi di assenza dai consigli comunali deve essersi destato e deve essersi sentito in dovere di ritornare anche lui sull'esito elettorale delle comunali dello scorso anno.
Un consigliere che ha esordito parlando di "favori personali" elargiti da Cogeme Onlus all'amministrazione in carica salvo poi, messo alle strette dal sindaco, buttare la palla nel corner del "...ma io parlavo di situazioni generali...". Forse qualcuno dovrebbe spiegargli che le parole hanno un loro peso e un loro significato. Ha accusato i metodi di fatto manentiani di questa amministrazione: anche qui qualcuno dovrebbe spiegargli che per poter parlare dei metodi di un'amministrazione forse bisognerebbe pure frequentare le sedi in cui si prendono le decisioni amministrative, vedi consigli comunali e commissioni consigliari.
Forse qualcuno dovrebbe spiegargli che nella campagna elettorale dell'anno scorso i "ruvidi metodi manentiani" erano diventati strumento elettorale per la lista per cui era candidato tanto da indicare l'ex sindaco come futuro assessore per la sicurezza.
Mi sono permesso di ricordare già ieri sera che un'amministrazione comunale come la nostra che ha fatto del rispetto del cittadino e del suo ascolto la propria filosofia di fondo nulla ha a che spartire con i metodi di chi convocava i consigli comunali alle 3.37 di notte o che rifiutava i colloqui ai cittadini quando avevano delle legittime richieste da porre all'amministrazione.
Evidentemente devo aver colto nel segno quando questo consigliere ha usato un punto all'ordine del giorno del consiglio comunale parlando di tutt'altro senza nemmeno aspettare il momento delle mozioni, interpellanze. Devo aver proprio colto nel segno quando chi ha usato un punto di urbanistica per fare un comizio elettorale dopo un anno di mutismo per ricordare che lui rappresenta la metà dei rovatesi ha preso la parola accusando il sottoscritto di scarsa professionalità. Devo aver colto nel segno quando gli ho ricordato che dopo un anno di assenza aveva saltato, lui sì con scarsa professionalità, già una serie di consigli comunali e di commissioni consigliari adducendo spesso la causale "motivi lavorativi". Evidentemente ho colto nel segno.
Ringrazio della solidarietà il consigliere Berardi: non ce n'era bisogno.
Ognuno si qualifica per quello che è. E ieri sera ne abbiamo avuto dimostrazione anche quando, sapendo benissimo di aver detto una calunnia non dimostrata, il consigliere che si è reso protagonista di tutto questo teatrino si è alzato ed è uscito dal consiglio comunale, rimanendo comunque sulla porta dell'uscita ad ascoltare.
Nel frattempo farò le mie valutazioni in merito a forme di tutela legale della mia onorabilità: chi di dovere è già stato incaricato.
Nel frattempo io continuo insieme ai miei colleghi di percorso la mia strada di attenzione nei confronti dei cittadini. In conclusione mi spiace anche per coloro che delle minoranze non condividono questi metodi messi in atto da un loro esponente. Ma a tutto c'è un limite.
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