venerdì 6 febbraio 2009

Se n'è andato Zio Cumì

Nel giorno del suo 95 esimo compleanno mercoledì 4 febbraio se n'è andato l'ultimo elemento della mia famiglia che in prima persona ha vissuto gli orrori dei combattimenti della seconda guerra mondiale. Giacomo Bergomi, per tutti noi, zio Cumì.
Era fratello di mio nonno paterno e, da alpino, aveva partecipato a numerose campagne che l'allora governo fascista aveva imposto a tanti giovani italiani. Nonostante dagli anni cinquanta si fosse trasferito in provincia di Novara periodicamente ci veniva a trovare con i figli e i nipoti. E spesso ricordava le vicende di un passato fatto di miseria ma di tanta dignità.
Impressionanti i ricordi del periodo di guerra. L'incontro con uno dei suoi fratelli sulle navi che li stavano portando in Grecia. La campagna di Nikolajewka, il gelo e la morte: un amico di Rovato con i piedi congelati trascinato sulle spalle e portato in salvo. La loro amicizia nei decenni successivi. Le arrabbiature di questa persona quando veniva a sapere che Cumì da Novara era venuto a Rovato (l'Italia come chiamava lo zio il paese) senza passare a salutarlo.
E il ricordo portato avanti negli anni partecipando alle adunate nazionali degli alpini.
Memorabile quella del 2000 a Brescia. Lo zio già 86enne venne perchè non poteva mancare alla sfilata della domenica.
Fu una festa per tutti noi che lo ospitammo insieme al figlio, al genero e a un amico.
La delegazione degli alpini di Rovato che gli portò una medaglia pochi mesi or sono in quanto alpino di questo nostro paese.
Fino all'epilogo della sua vita assistito dai suoi figli e nipoti.
Oggi verrà sepolto nel cimitero della sua terra d'origine Lodetto di Rovato, accanto a sua moglie Francesca, morta nel 1979 con la presenza del gruppo alpini di Lodetto.
Mi restano tanti ricordi di Zio Cumì come uomo e il suo esempio di persona semplice che andò a combattere una guerra non sua. Il ricordo della sua tempra forte resterà per sempre.
Angelo

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