martedì 23 marzo 2010

Gazebo a Lombardia Carne del 21/03/2010


(foto tratta dal sito del Comune di Rovato)

La campagna elettorale è ormai alle battute finali. Domenica all'inaugurazione di Lombardia Carne c'eravamo anche noi.

Niente portachiavi, niente palloncini ai bambini, niente ragazzi con cappellino. Semplicemente le vecchie buone abitudini. Gazebo con il materiale da distribuire e poi contatto con le persone. Spiegare di persona le ragioni di un'alternativa di governo per la Lombardia.
Lascerei perdere la sfacciataggine di chi, candidato alle regionali, non si presenta in Consiglio Comunale e alle commissioni consigliari e quando c'è porta istanza quasi private ma era in prima fila a tagliare il nastro della fiera.
Tra l'altro in parte all'assessore regionale al commercio in carica che, come rappresentante di un'istituzione ha tutto il diritto di venire a Rovato a inaugurare fiere, come noi abbiamo il diritto di ricordargli le devastazioni che da assessore regionale all'ambiente ha favorito sul nostro territorio.
Segnalo anche un appuntamento culturale di grande livello tenutosi nell'ambito delle manifestazioni di Lombardia Carne.
L'Auser, con il coordinamento di Mariolina Cadeddu, ha organizzato una serata di presentazione del libro Rovatosiracconta: una importantissima raccolta di testimonianze e racconti pensata per tenere traccia della vita quotidiana di tanti rovatesi a partire dal periodo tragico della seconda guerra mondiale fino ai nostri giorni.
Toccanti sono stati gli scritti sulla vita massacrante di alcuni nostri concittadini. Dalla partenza per la campagna di Russia di giovani rovatesi con moglie e bambini neonati a casa alle massacranti giornate lavorative dei pendolari che lavoravano nei cantieri di Milano (treno alla stazione di Rovato poco oltre le 4 di mattina). Dalle lavandaie lungo le seriole, alle donne impegnate nelle filande di Palazzolo. Gli emigranti in Svizzera. Il lunghissimo viaggio per l'Australia di alcuni nostri concittadini emigrati per trovare lavoro tra topi e serpenti nei campi di canna da zucchero.
Fino al boom economico e ai 500 dipendenti della GE. Al suo lento declino.
Bravissima la compagnia teatrale di Botticino che ha messo in scena le letture con l'aiuto del regista e attore teatrale Giorgio Locatelli.
Toccante il momento finale: la lettura della principali tappe della sua giovane vita da parte di una ragazza quindicenne senegalese nata nella bergamasca, le sue difficoltà familiari, l'aiuto delle sue insegnanti, i viaggi in Senegal e i ritorni.
Sarebbe il caso che noi rovatesi degli anni 2000 riflettessimo e molto.

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