lunedì 3 agosto 2009

Don Giuseppe Diana: l'avv. Pecorella mette in dubbio la matrice camorristica dell'omicidio?

"Non c’è bisogno di essere eroi, basterebbe ritrovare il coraggio di aver paura, il coraggio di fare delle scelte, di denunciare." (don Peppe Diana)


Sono rimasto allibito ieri leggendo su repubblica.it la lettera aperta di Roberto Saviano all'onorevole Pecorella in merito all'assassinio di Don Giuseppe Diana.
Lettera che Saviano ha scritto dopo queste dichiarazioni dell'onorevole:
"Io non ho avvisi. Io riporto quello che è emerso nel processo e nulla più. Ci sono diversi moventi, c'è anche quello, che all'inizio non era emerso, che faceva attività anticamorra. Per la verità nel processo non è venuto fuori molto chiaro neanche questo come movente. È inutile che costruiamo delle fantasie sulle ipotesi. Quella dell'impegno anticamorra è tra le ipotesi. Ma nel processo non è emerso in modo clamoroso, non è mai venuta fuori un'attività di trascinamento, di gente in piazza. Non è che c'erano state manifestazioni pubbliche, documenti. Qualcuno ha detto anche questa ragione. Come vede ci sono tanti moventi. Certamente è stato ucciso dalla camorra. Chi viene ucciso dalla camorra è una vittima della camorra. Ora se è un martire bisogna capirlo dal movente che non è stato chiarito."
Forse non tutti sanno che l'avvocato Pecorella 12 anni fa fu l'avvocato difensore di Nunzio De Falco, condannato in Appello proprio come mandante dell'omicidio del sacerdote Don Giuseppe Diana. Nulla da eccepire sul fatto che come professionista Pecorella si sia scelto il De Falco come cliente ma che si permetta di criticare e pesantemente addirittura le motivazioni di una sentenza, quello proprio dovrebbe farci riflettere.
Già una volta feci un post sulla morte di questo sacerdote coraggioso in occasione dell'anniversario del suo assassinio: sento doverosamente di scrivere il presente l'impegno contro la malavita di Don Diana è stato evidente nella comunità in cui viveva. Ci si è dimenticati cosa ha scritto la Corte di Cassazione nella sentenza del 4 marzo 2004 sulla morte di Don Peppe?
Mi limito a riportare le motivazioni dell'assegnazione della medaglia d'oro al valor civile assegnata, postuma, a Don Giuseppe Diana:
"Parroco di un paese campano, in prima linea contro il racket e lo sfruttamento degli extracomunitari, pur consapevole di esporsi a rischi mortali, non esitava a schierarsi nella lotta alla camorra, cadendo vittima di un proditorio agguato mentre si accingeva ad officiare la messa. Nobile esempio dei più alti ideali di giustizia e di solidarietà umana".
Al di là di quel che dice questo onorevole dico che chi in generale mette in dubbio la matrice camorristica dell'omicidio di Don Diana farebbe bene a leggersi queste motivazioni tutte le sere prima di andare a dormire.
P.S. Per dovere di cronaca e soprattutto di onestà intellettuale riporto il fatto che dopo l'indignazione provocata dalla lettera di Saviano l'avv. Pecorella ha scritto una lettera ai genitori di Don Diana, riportata in alcuni passaggi anche da repubblica.it del 4/08/2009 da cui la apprendo. Segnalo questo virgolettato: "Se sono stato causa di amarezza o ritenete che abbia offeso la memoria di vostro figlio vi chiedo scusa. Ma le mie parole sono state travisate. Mai ho detto che vostro figlio non è stato ucciso dalla camorra né che della camorra non è stato vittima. Ho detto esattamente il contrario"

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