mercoledì 30 aprile 2008

Questa è la gestione dell'attività estrattiva in Lombardia?!

A beneficio di tutti i cittadini riporto un ulteriore episodio che rende l'idea di come venga gestita la partita delle autorizzazioni all'attività estrattiva a Brescia. Non esiste infatti solo la cava Bonfadina anche se il suo esempio sta diventando l'emblema di come delle comunità pretendano il rispetto scrupoloso delle regole. E se n'è accorta anche la Commissione Europea. Cava Bonfadina per la quale si andrà il 10 Giugno in Consiglio di Stato perchè il privato, la Provincia e la Regione hanno ricorso contro la richiesta di sospensiva imposta dal TAR che ha ravvisato come fosse ingiustificata la mancata Valutazione di Impatto Ambientale (obbligatoria oltre i 20 ettari) per un ambito estrattivo di oltre 35 ettari! E da cittadino ancor prima che da consigliere mi indigno nel leggere il ricorso al Consiglio di Stato della Regione in alcuni passaggi (quelli in cui lamenta i danni che i comuni starebbero provocando al privato). E a maggior ragione mi indigno nel leggere il ricorso della Provincia che a parole tramite gli assessori Mattinzoli (ambiente ed ecologia) e del rovatese Tomasoni (agricoltura) mirano a tutelare la Franciacorta ma poi avvallano la scelta di resistere ricorrendo al Consiglio di Stato per cercare di abolire la sospensiva imposta dal TAR di Brescia.
A questo proposito il gruppo consigliare provinciale del PD ha proposto una interpellanza che è stata pubblicata anche sul blog del comitato anticava.

E vicino a noi va anche peggio. A Bergamo con un piano cave provinciale scaduto da 8 anni (!!) Formigoni non trova di meglio che sostituire all'ambiente, lo scandaloso assessore Nicoli Cristiani, con l'assessore Marco Lionello Pagnoncelli (FORZA ITALIA). Che da tempo fa rimbalzare il piano cave dalla commissione sesta al consiglio regionale con evidenti difficoltà.
Per capirne un pò di più riporto l'intervento del consigliere regionale dei verdi Marcello Saponaro in merito:

Sgombriamo il campo da un equivoco: nulla di personale nei confronti dell’Assessore Pagnoncelli.
Questo piano cave nasce influenzato da un grande conflitto di interessi? Sono in molti a domandarselo: politici della sua e della mia parte, imprenditori e amministratori comunali. L’Assessore Pagnoncelli non ha fatto nulla per fugare i dubbi. Non ha fatto nulla neppure il Presidente Formigoni, che si candida da Statista, senza aver prima risolto neppure alcuni piccoli problemi in Lombardia: come quello di dare a Bergamo un Piano Cave equilibrato e trasparente.
E’ bene cercare di farlo ora, ricapitolando le mie obiezioni e cercando di trovare qui, in quest’aula, le giuste risposte.
La famiglia dell’Assessore è in società con il gruppo Locatelli. Oggi nella SPILO, società che vede nella sua compagine proprietaria sia la famiglia Locatelli che la SPI della famiglia Pagnoncelli.
La SPI è posseduta al 22,5% dal fratello Edo che è anche amministratore unico e al 77,5% dalla sorella. Che non detiene alcuna carica. Un investimento singolare, quello dell’acquisto del 77,5% delle quote di una Srl con un piccolo capitale sociale e senza la volontà di assumerne anche la gestione.
In questa società, invece, l’Assessore Pagnoncelli è Procuratore speciale e Direttore Tecnico
.
Presidente Formigoni, se lei fosse in aula le chiederei se ha chiesto a Marco Pagnoncelli di mostrarle il contenuto della Procura speciale.
Fatto sta che il Gruppo Locatelli che nel passato aveva avuto altre collaborazioni societarie con la famiglia Pagnoncelli (in Bergamo Pulita e in Verdelido) è tra le società maggiormente coinvolte in questo Piano Cave.
Ma l’Assessore dichiara, testualmente, che si tratta di “rapporti antichi e ormai chiusi da tanti anni. Da tempo non intrattengo più rapporti economici con la Locatelli proprio per evitare che si creassero conflitti di interesse. Le accuse dei Verdi sono infondate perchè non trovano alcuna rispondenza nei fatti”. [L’Eco di Bergamo del 27 novembre 2007] e ancora “I rapporti d’affari sono stati con la mia famiglia, non con me. E comunque in un periodo in cui non ero ancora Assessore. Da anni non c’è più nessun legame”. [Il Corriere della Sera del 27 novembre 2007].
Se le dichiarazioni non sono state smentite (e non mi risulta) l’Assessore sembra essere caduto almeno due volte in contraddizione:
- La prima quando dichiara che i rapporti sono stati solo con la sua famiglia. Sul mio blog, Presidente Formigoni, può notare un articolo di poche righe, corredato dall’immagine di un cartello di cantiere che recita:a) Committente: Priorato di S. Egidio di Fontanellab) Impresa di costruzioni: Impresa Locatelli Spac) Direttore dei lavori: Arch. Pagnoncelli Marco
Può trattarsi di omonimia in entrambi i casi. Andrebbe chiarito in quest’aula perchè è importante per noi consiglieri sapere se l’Assessore ha mentito. E’ importante saperlo prima di valutare il voto in tanto in Aula quanto in Commissione
- la seconda quando dichiara che i rapporti sono stati con la sua famiglia e comunque in un periodo in cui non era ancora assessore. Quel “COMUNQUE” abbiamo visto che non è vero. La Spilo è stata costituita nel 2006, il 25 gennaio per la precisione. Il 4 ottobre del 2007 la SPI ha ceduta una piccola quota della SPILO a un manager del gruppo Locatelli, rimanendo però in società al 39,24% e confermando, mi pare evidente, la volontà di proseguire i rapporti di affari anche ora. Non credo d’essermi perso le dimissioni dell’Assessore nel frattempo…
Veniamo al Piano Cave.
Tralascio per il momento le modifiche apportate in sede di Giunta Regionale. Modifiche che hanno comportato un aumento di 5 milioni e 375 mila metri cubi solo nel settore della sabbia e ghiaia.
La Commissione è intervenuta in 39 ambiti su 78. Con difetto di motivazione – a nostro avviso - per la maggior parte di questi. Soprattutto laddove va ad aggiungere ATE o volumi, magari proprio in quegli ambiti già vagliati dagli organi tecnici della Provincia di Bergamo e della Giunta Regionale e da Provincia di Bergamo e Giunta Regionale approvati con le rispettive delibere.
Nondimeno la Giunta Regionale e la Commissione Ambiente hanno disconosciuto la Direttiva VAS 2001/42/CE che prevede la Valutazione Ambientale Strategica per tutti i Piani Cave a partire dal 21 luglio 2004: un anno prima dell’approvazione in Giunta e – ahimè – 4 anni prima (???? Forse….) dell’approvazione in Consiglio (che, ovviamente, ne stiamo discutendo, non è ancora avvenuta).
A proposito del Piano rielaborato dalla Commissione VI, la Provincia ha dichiarato:
“E’ carente delle specifiche tecniche necessarie per una sua valutazione complessiva ed esaustiva; ne consegue l’impossibilità, in molti casi, di localizzare le superfici di ampliamento, le riserve residue stimate, e di verificare la corrispondenza tra superfici assegnate e volumi attribuiti”
“presenta incongruenze di carattere tecnico (…) che renderebbero di difficile applicazione/gestione il piano stesso”
“La commissione non esplicita nuove e coerenti motivazioni a sostegno delle scelte proposte, che appaiono in molti casi immotivate e talvolta anche in contrasto tra di loro”
“Non sono in alcun modo motivati né l’incremento dei volumi (produzione decennale) né l’incremento delle riserve residue, che risultano in contrasto con le previsioni di Piano”
“In particolare l’incremento delle riserve residue contrasta fortemente con il criterio di mandare a recupero un certo numero di cave”
“Alcune modifiche introdotte dalla VI Commissione, quali il raddoppio dei volumi attribuiti ad un singolo ambito o l’introduzione di nuovi ambiti determinano squilibri tra gli operatori del settore che non sono assolutamente giustificabili”
“Non è motivata l’introduzione di deroghe a quanto previsto dalla pianificazione dei Parchi Regionali, in modo particolare quando la stessa contrasta con la volontà e gli accordi vigenti tra gli Enti Locali interessati”
“Un’ulteriore incongruenza è rappresentata dalla attribuzione di uno specifico volume ad una determinata superficie in un ambito dove sono presenti più operatori” (La normativa prevede che il volume sia attribuito all’ATE e non a parti dello stesso)
La Provincia evidenzia inoltre che per ogni cava di monte era stata inserita la necessità di “predisporre un dettagliato studio di fattibilità finalizzato alla coltivazione in sotterraneo dei volumi previsti”. Senza giustificazione la Commissione ha eliminato tale prescrizione da due cave, mantenendola per altre cinque.
Voglio portarvi solo due esempi esplicativi delle modalità e delle procedure attuate per questo Piano Cave in Commissione Ambiente:
- ATE G31 Medolago Calusco D’Adda e Solza: la Commissione decide di stralciare parti fondamentali contenute nell’accordo di Programma sottoscritto dalla Regione stessa, dagli Enti Locali e dai cavatori nel 1999
- ATE C5 Nembro: Il cavatore chiede un ampliamento volumetrico e di superficie. La Giunta Regionale conferma volumi e riserve deliberate nel Piano Provinciale. La Commissione senza alcuna motivazione concede sia l’aumento volumetrico (da 800.000 mc a 1.400.000) sia delle riserve (da 1.200.000 a 1.600.000).
Oggi ci troviamo quindi a decidere di un Piano Cave che non rispetta le direttive europee, la Legge Regionale e le successive (e neanche poi così recenti) sentenze del TAR e che non rispetta, lasciatemelo ricordare, la trasparenza dovuta e la chiarezza necessaria in merito al possibile conflitto di interesse in capo all’Assessore Pagnoncelli.
Abbiamo due strade davanti: rimandarlo in Commissione per un riesame approfondito della fondatezza e della presenza di sufficienti motivazioni nella modifica di 39 ATE oppure rimandarlo in Commissione per approvare in tempi assai brevi il Piano Cave così come fu elaborato dalla Provincia di Bergamo, e rispondente ai criteri dettati dalla Giunta Regionale (parole di Giunta… non mie).
Il Piano Provinciale è forse l’unico “legittimato” (con una forzatura che non mi piace) a non rispettare la direttiva europea sulla VAS poiché approvato 4 mesi prima del 21 luglio.
Nascerebbe vecchio e con molti difetti? Può essere. Per questa ragione questo Consiglio Regionale dovrebbe quanto prima mettere mano e approvare una nuova normativa in materia.
Quello che non possiamo fare è far finta di nulla: far finta che la Commissione abbia agito con giudizio e competenza (che non poteva avere), che l’Assessore Pagnoncelli – in assenza di chiarimenti – sia privo di qualsivoglia conflitto di interesse, che le direttive, le leggi e le sentenze sono state rispettate, che i principi di imparzialità, di motivazione e di sostenibilità siano stati accolti.

Questo è lo stato delle cose nella "modernissima" Lombardia e credo proprio che a Rovato ne siamo consapevoli visto che abbiamo subito e stiamo subendo questa logica nella gestione dell'attività estrattiva da 4 anni.
A presto.

Angelo Bergomi

Consiglio comunale del 28/04/2008















Lunedì sera alle ore 21 si è tenuto un consiglio comunale. Come sempre riporto l'esito delle votazioni.
Presenti:
Giunta: Sindaco, tutti gli assessori escluso Costanzi
Rovato Civica: tutti presenti
Rovato delle Libertà: tutti presenti tranne Toscani (problemi famigliari), Manenti (nessuna giustificazione) e Aldo Massimo Rossi.

1) Comunicazione prelievo dal Fondo di riserva
Comunicazione del sindaco al Consiglio

2) Designazione membri di minoranza nella commissione di controllo discarica ex Rovedil

Le minoranze hanno chiesto di rimandare il punto al prossimo consiglio comunale in attesa dell'ufficialità delle dimissioni del consigliere Aldo Massimo Rossi che sarebbe in procinto di essere nominato in giunta a Trenzano. Il consigliere Fogliata ha parlato di una email con cui il consigliere Aldo Rossi "avrebbe rassegnato le dimissioni". Comunque il sindaco ha accordato il rinvio del punto in questione.
3) Adozione Piano di lottizzazione artigianale di iniziativa privata ai sensi dell’art. 28 della Legge 17/08/1942 n. 1150 in variante al P.R.G. con procedura semplificata ai sensi dell’articolo 2, comma 2, lettera c) ed f) della Legge Regionale 23 giugno 1997, n. 23, sito in via I Maggio, di proprietà Verde Casa srl, Safer SpA, sig. Lazzaroni Giacomo. - P.E. n. 4 zona D2, sdemanializzazione tratti di strade denominati “strada comunale di mezzo” e “strada comunale di San Fermo” ed approvazione perizia di stima.
Come già visto nella commissione urbanistica del 15/04/2008 questa adozione preliminare sancisce le caratteristiche del piano di lottizzazione. Il comune cede una strada comunale che consente di riorganizzare meglio la lottizzazione ovviamente facendosela indennizzare in quanto "colottizzante" a tutti gli effetti. Nella convenzione si è indicata la richiesta del comune di realizzare da parte dei privati un ponte in legno sulla seriola che costeggia il lato Nord della lottizzazione, consentendo un accesso in sicurezza su via Rimembranze. Sul lato Est è prevista la realizzazione di una pista ciclabile.
Esito votazione: unanimità
4) Adozione Piano di lottizzazione residenziale di iniziativa privata ai sensi dell’art. 28 della Legge 17/08/1942 n. 1150 in via S. Pellico di proprietà dei sigg. Lazzaroni Carlino, Pedrali Mario e f.lli Simonini - P.E. n. 18 zona C1 in frazione San Giorgio in variante al P.R.G. vigente ai sensi dell’art. 2, comma 2, lett. C della Legge Regionale 23/97.
Descritto nel resoconto della commissione urbanistica del 22/04/08.
Esito votazione: unanimità

5) Adozione Piano di recupero di iniziativa privata ai sensi dell’art. 30, Legge 05/08/78, n. 457 in vicolo S. Vincenzo di proprietà dei signori Marini - Averoldi. Descritto nel resoconto della commissione urbanistica del 22/04/08. Rimarcate le prescrizioni architettoniche e sull'uso pubblico dei parcheggi dal presidente della Commissione urbanistica Vaccarezza. Esito votazione: unanimità

6) Adozione Programma Integrato di Intervento in via Poffe, di proprietà delle sig.re Facchetti Maria e Boglioni Livia, ai sensi dell’articolo 92 della Legge Regionale 12/05. Descritto nel resoconto della commissione urbanistica del 22/04/08. Il punto è stato scelto dal consigliere Fogliata per la richiesta a nome della minoranza "per una moratoria sui piani integrati" in attesa della realizzazione del PGT. Il sindaco ha chiarito la natura dello strumento urbanistico: ha ricordato che in realtà l’impatto dei piani integrati è limitato da percentuali inferiori al 10% rispetto all'approvato da PRG. Io ho ricordato che i cittadini hanno il diritto di sentirsi dare delle risposte anche nel periodo di attesa della realizzazione del P.G.T., risposte che non sono "regali" ma decisioni prese dall'amministrazione concordemente all'idea di gestione del territorio che ha in mente per il futuro. Esito votazione: Rovato Civica favorevole, RDL contraria

7) Adozione seconda variante al Piano di lottizzazione artigianale di iniziativa privata ai sensi dell’art. 28 della Legge 17/08/1942 n. 1150 in via XXV Aprile di proprietà Bonassi e M.A.S. S.p.A. - P.E. 14 in zona D2. Descritto nel resoconto della commissione urbanistica del 22/04/08. Esito votazione: unanimità

8)Adozione variante ai sensi dell’art. 2, comma 2, lettera a) della L.R. 23/97, volta a localizzare l’allargamento della sede stradale in via Manganino. Uscendo completamente dal solco del punto già visto in Commissione urbanistica il consigliere Fogliata ha presentato le proprie perplessità in merito alla localizzazione del depuratore consortile. Ha fatto riferimento a indennizzi da riconoscere non solo ai confinanti ma anche a chi abita nelle vicinanze. Ha deciso deliberatamente di fare un parallelo con la questione cava Bonfadina e ha citato il caso personale della mia famiglia che abita vicino all'ambito estrattivo. Mi sono sentito di rispondere a Fogliata che evidentemente non ha presente come il movimento di persone che si sono opposte come comitato anticava di Rovato a questo scempio del territorio abitano nelle parti più disparate del comune fino a S.Giorgio e alla Bargnana: l'impegno di persone come me in questi anni è stato doveroso innanzitutto per il fatto che le persone che conoscono meglio la zona sono le prime che dovrebbero essere investite di questa responsabilità. Persone che a differenza dei consiglieri di Rovato delle Libertà hanno impegnato tempo e denaro per recarsi in conferenza dei servizi in Regione e Provincia. Istituzioni che tra l'altro si sono rivelate sorde alle istanze dei comuni e della gente. Fogliata ha parlato di "impegno di Rovato delle Libertà affinchè a Rovato non arrivino altre cave e discariche". Io l'ho sollecitato ad agire concretamente nei confronti delle istituzioni sovracomunali perchè nel frattempo Provincia e Regione stanno ricorrendo al Consiglio di Stato contro la sospensiva che il TAR Brescia ha imposto. Staremo a vedere i risultati di questo impegno. Esito votazione: Rovato Civica favorevole, RDL contraria

9) Approvazione definitiva piano di lottizzazione artigianale di iniziativa privata ai sensi dell’art. 28 della Legge 17/08/1942 n. 1150 in località Salvella, di proprietà EDIL CRIS Srl e MARIMEX Srl. - P.E. n. 7 zona D2. Descritto nel resoconto della commissione urbanistica del 22/04/08. Esito votazione: unanimità


10) Approvazione definitiva modifica dell’articolo 13 del regolamento edilizio ai sensi dell’articolo 14 della legge regionale 12/05 e successive modifiche ed integrazioni. Descritto nel resoconto della commissione urbanistica del 22/04/08. Esito votazione: unanimità

11) Interrogazioni, mozioni e interpellanze” Nessuna

Resto a disposizione dei cittadini per chiarimenti su qualsiasi punto. Contatti in angelobergomi@bresciaonline.it