mercoledì 30 luglio 2008

Così va nell'eficientissima Regione Lombardia!




(da http://www.marcellosaponaro.it/)


Novità negli assetti della Giunta della Regione Lombardia. Il presidente Roberto Formigoni ha nominato Massimo Ponzoni assessore alla Qualità dell'Ambiente al posto del dimissionario Lionello Marco Pagnoncelli.

Ritengo questa una delle vicende più squallide a cui il nostro presidente di Regione ci ha sottoposto. L'assessore uscente, di cui avevo parlato nel post del 30 aprile scorso, fa parte di una famiglia che, attraverso una partecipazione societaria, possedeva quote di una società che aveva collaborazioni con il gruppo Locatelli, coinvolto per milioni e milioni di metri cubi nel piano cave. Queste partecipazioni fino a quando sono state attive?
RIPORTO DAL SITO DI MARCELLO SAPONARO una sequenza temporale di informazioni e dichiarazioni che dovrebbe chiarire questo stato di cose:
Almeno fino al 4 ottobre 2007 la famiglia Pagnoncelli, tramite la SPI SRL di cui Marco Lionello Pagnoncelli è procuratore speciale e direttore tecnico, era in società al 50% con il Gruppo Locatelli (costruzione e escavazioni) nella SPILO, costituita il 25 gennaio 2006.
- in data 6 dicembre 2007 sempre l’Ansa riporta le parole di Pagnoncelli: “Facciano pure la petizione (per chiedere le sue dimissioni, ndr) ma non c’è nessuna incompatibilità. Non c’è mai stato un momento in cui potesse sorgere conflitto d’interesse”.
- in data 27 novembre 2007 l’assessore dichiara al Corriere della Sera che “I rapporti d’affari sono stati con la mia famiglia, non con me. E comunque in un periodo in cui non ero ancora assessore. Da anni non c’è più nessun legame”.
INVECE: in data 22 dicembre 2005 la Giunta Regionale licenzia il Piano Cave. Pagnoncelli era allora assessore all’artigianato (e in quanto unico bergamasco presiedeva il Tavolo Territoriale di Bergamo su delega del Presidente Formigoni), e la sua famiglia era (tramite la SPI che deteneva il 50% delle quote ALLEGATO 1) già in società con i Locatelli in Verdelido Srl (ALLEGATO 2). Pagnoncelli infatti NON votò in Giunta il Piano Cave. Che si fosse accorto del conflitto egli stesso del conflitto d’interessi?
Pagnoncelli diventerà assessore alla Qualità dell’ambiente il 7 luglio 2006.
In quella data la SPI, società della famiglia Pagnoncelli di cui lui è procuratore speciale e direttore tecnico, è ancora in società con il Gruppo Locatelli in VERDELIDO Srl (dal lontano 1975) e in SPILO Srl (dal 25 gennaio 2006 ALLEGATO 3). Di quest’ultima società la famiglia Pagnoncelli cederà le proprie quote (parzialmente o totalmente?) solo il 4 ottobre 2007.
A quel punto il Piano Cave di Bergamo è già stato licenziato non solo dalla Giunta, ma anche dalla Commissione Ambiente, che lo ha approvato il 31 luglio 2007.

“Per un anno e oltre – dice Saponaro - Pagnoncelli è stato l’assessore alla “partita” delle cave e contemporaneamente procuratore speciale dell’azienda di famiglia (la SPI) in società con la geom. Locatelli spa, società di escavazione e costruzione, proprio una di quelle maggiormente beneficiate dal Piano Cave approvato dalla Commissione VI il 31.7.2007 e ora tornato in Commissione per volere di Formigoni, dopo le nostre denunce. Un caso?” Si chiede Saponaro.
Tornando alle dichiarazioni di Pagnoncelli, solo in data 5 febbraio 2008, Pagnoncelli risponde in aula a Saponaro smentendo il presunto conflitto d’interessi e invitando Saponaro stesso a imparare a leggere le visure camerali:
- verbale del consiglio Regionale del 5 febbraio 2008 : “Non so dove il Consigliere Saponaro riesce a prendere certe notizie, a me sconosciute. Io credo che qualche pusher dei cavatori informi male e, posso dire con esattezza, che quantomeno i dati in suo possesso sono errati perché io non posseggo, la mia famiglia non possiede in SPILO nessuna partecipazione; deve andare a guardare bene i certificati camerali.
L’avevamo già fatto: le visure stampate in data 12 ottobre 2007 al Cerved attestavano una cessione parziale di quote pari al 10,76% (data atto 4/10/2007, data deposito 5/10/2007, data iscrizione 8/10/2007, repertorio alla Camera di Commercio n: 119315 ALLEGATO 3, visura effettuata il 12 ottobre 2007) dalla SPI a Roberto Bracci, manager del Gruppo Locatelli. Alla SPI della famiglia Pagnoncelli restava il 39,24% nella società.
Che la famiglia Pagnoncelli avesse ceduto solo l’11 per cento era stato denunciato da Saponaro a mezzo stampa in data 7 dicembre 2007, e MAI SMENTITO (a quanto ci risulta) dall’assessore Pagnoncelli.
Abbiamo deciso, nei giorni successivi al Consiglio Regionale in cui Pagnoncelli negava di avere partecipazioni, anche indirette, in SPILO, di tornare a consultare le visure (ALLEGATO 4, visura effettuato l’8 gennaio 2008): in data 8 febbraio 2008 la Camera di Commercio di Bergamo iscrive una cessione di quote della SPILO avvenuta in data 4/10/2007.
Stesso numero di repertorio della precedente (n. 119315). La CCIAA riporta che la cessione è non più del 10,76% ma pari al 50%, ovvero l’intero pacchetto fino ad allora detenuto dalla famiglia Pagnoncelli.
Una registrazione avvenuta quattro mesi dopo e con lo stesso numero di repertorio. “Come è possibile?” continua a interrogarsi Saponaro.
Guardiamo più nel dettaglio la cessione (ALLEGATO 5). La SPILO ha un capitale sociale di 10.000 euro. Nella visura al Cerved effettuata il 12.10.2007 è iscritta una cessione di quote per 1.076 euro (10,76%) da SPI (famiglia Pagnoncelli) a Roberto Bracci. La stessa visura effettuata l'8/2/2008 riporta invece la cessione di quote per 5.000 euro nominali pari al 50% del capitale sociale. Come già detto, l'atto di vendita è lo stesso.
Abbiamo verificato l'atto di vendita depositato in Camera di Commercio: riporta la cessione di 5.000 euro nominali al prezzo di 1.076 euro. La stessa cifra che nella prima visura di SPILO al Cerved rappresentava le quote nominali cedute. Quale atto di vendita è stato registrato l’ 8/10/2007? E perchè quello oggi depositato in CCIAA è stato registrato dal notaio solo 4 mesi dopo?
Noi crediamo sempre alla buona fede. Non crediamo al dolo e il dolo sarebbe un reato molto grave. A parte i pasticci – ripetiamo, sicuramente in buona fede - di un atto di cessione avvenuto il 4 ottobre e registrato due volte, una l’8 ottobre e una seconda l’8 febbraio 2008, resta fermo il punto: durante tutto l'iter del Piano Cave e fino all'approvazione in Commissione il 31.7.2007 la famiglia Pagnoncelli era in società con i Locatelli.
“Cosa sia successo dopo – dice Saponaro – non lo so. Ma da oggi Pagnoncelli non deve più rispondere solo del conflitto di interessi risolto troppo tardi. La fuoriuscita della sua famiglia dalla società coi cavatori è stata fuori tempo utile. Ora il tempo è utile solo per dire la verità e approvare un piano cave trasparente e sostenibile” conclude Saponaro.
Da assessore Pagnoncelli ha gestito la formazione del Piano cave della Provincia di Bergamo. Il suo piano è stato sconfessato da una serie di emendamenti che il consiglio regionale ha approvato anche se, per conto mio, ridicole sono state le diminuzioni volumetriche.
Comunque le argomentazioni sopra riportate sono sufficienti per dire che se anche non ci fosse stato dolo a cui personalmente non voglio credere delle inopportunità politiche sono state compiute e pure evidenti.
Un plauso all'opera del consigliere regionale dei Verdi Marcello Saponaro che ha denunciato pubblicamente questa situazione e che ha sicuramente contribuito attraverso la sua petizione on-line a mandare a casa un certo modo di fare politica. Sperando che chi subentra come sostituto abbia il buonsenso di agire lontano da situazioni di inopportunità.