martedì 29 maggio 2012

Piazza Loggia 38 anni dopo, nessun colpevole

Sono passati 38 anni dalla strage di Piazza Loggia. 38 anni senza una verità processuale ma con una verità storica ormai evidente. Nel messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla comunità bresciana si legge:
"Nel trentottesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia, che così drammaticamente colpì Brescia e l'intero Paese, rendo commosso omaggio ai cittadini inermi che persero la vita in quel terribile giorno e ai tanti feriti di un attentato vile e sanguinoso". E continua:
"Comprendo e condivido la profonda amarezza di tutta la comunità bresciana e in primo luogo dei famigliari delle vittime, lasciati ancora una volta senza il conforto di un accertamento e di una sanzione di colpevolezza per i responsabili di quella tragedia ispirata da ciechi disegni terroristici ed eversivi. Lo scorso 9 maggio, in occasione della celebrazione del 'Giorno della Memoria' ho però ricordato che il corso della giustizia deve - pur nei limiti in cui è rimasto possibile - continuare con ogni scrupolo e che, nel contempo va però fin da ora messo in luce quanto è emerso, dalle carte processuali e dalle inchieste parlamentari, sulla matrice di estrema destra neofascista di quell'azione criminale e sugli ostacoli che una parte degli apparati dello Stato frappose alla ricerca della verità."

Nel filmato che trovate sopra potete sentire il drammatico audio originale del comizio del sindacalista Franco Castrezzati del 28 Maggio 1974, la cui orazione venne interrotta dal boato della bomba. Sul selciato di Piazza Loggia rimasero 8 vittime:
Ci tengo a sottolineare come vi sia stata materialmente, purtroppo, una nona vittima dello scoppio, quasi mai ricordata nelle celebrazioni ufficiali in quanto morì a due anni dall'attentato. Fu il medico Giacomo Corvini che quel giorno diede appuntamento alla moglie e alla figlia proprio in Piazza Loggia, ignaro della manifestazione antifascista che lì si sarebbe tenuta. Nella foto che ho tratto da corriere.brescia.it lo si vede a terra sorretto dalla moglie Marisa con a fianco, sulla sinistra, la figlia Valeria che li indica. Le scheggie impazzite recisero un'arteria del signor Giacomo che rischiò il dissanguamento. A 900 giorni dallo scoppio morì per una emoraggia interna. Aveva 66 anni. Qui trovate l'intervista del Corriere Brescia alla figlia Valeria.

Ricordiamoci anche di questa famiglia, che insieme alle altre otto, pagò un tributo inaccettabile alla vigliaccheria neofascista che anche a Brescia faceva proseliti.

Giunga anche da Rovato un ricordo e un auspicio: che la verità, anche se molto in ritardo, possa emergere.