martedì 25 settembre 2012

Sandro Pertini - 25 Settembre 1896

Colgo l'occasione del 25 settembre (anniversario della sua nascita nel 1896 e molto più modestamente anche della mia) per ricordare, come già ho fatto in passato, una figura a cui umanamente ma anche politicamente sono da sempre molto legato: Sandro Pertini.

La sua rettitudine morale, la sua vicinanza alla gente ne hanno fatto da sempre icona di impegno politico disinteressato e rivolto al bene comune.
Ho scovato sulla rete questo video che raramente si è visto in televisione, nel quale un suo carissimo amico, Enzo Biagi, lo intervista chiedendogli della sua vita, nell'ambito della trasmissione "Era ieri".


Vi segnalo alcuni passi salienti dell'intervista.
Al minuto 3.20 il Presidente parla dello stupore di un gendarme francese che, al momento di sequestrare un'apparecchiatura radiofonica con cui il giovane Sandro trasmetteva propaganda politica antifascista oltralpe, chiese ragione del perchè Pertini avesse speso tanti soldi lavorando duramente come muratore invece di godersi una bella vita nella Francia del tempo (Pertini era confinato all'estero per le sue idee antifasciste).
Al minuto 5.40 incredibile il racconto della convivenza in carcere con Gramsci.
Al minuto 5.54 il Presidente chiede a Biagi se fosse mai stato in galera e alla risposta negativa del giornalista Pertini esprime un suo apprezzamento per l'amico:
"Tu sei un galantuomo, che sei pulito dalla testa ai piedi ed hai la coscienza veramente linda se no non saresti mio amico". 

E infine, una domanda di Biagi attualissima per tutti noi oggi: "Come si può vincere questa crisi di sfiducia che gli Italiani hanno nelle loro istituzioni". Gustatevi la risposta del Presidente dal minuto 8.13.
In giorni in cui molte persone con ruoli istituzionali altissimi stanno dando l'impressione che le istituzioni stesse siano un banchetto al quale pochi eletti possano gozzovigliare alle spalle di altri questa testimonianza di Sandro Pertini ci indica la via per uscirne. Partiamo dal nostro piccolo, dai nostri impegni quotidiani, familiari, lavorativi. E, per chi sente dentro la necessità ancor prima che il dovere, di fare qualcosa per gli altri prenda coraggio  e si impegni nel volontariato o nella politica intesa come volontà di occuparsi della polis, della cosa pubblica.
Io ci provo.