mercoledì 13 agosto 2008

Don Giuseppe Diana


In questi giorni di riposo dalle fatiche lavorative ho trovato il tempo per leggere un libro che da tempo mia moglie mi aveva regalato: "Gomorra" di Roberto Saviano. A parte l'incredibile descrizione di traffici illeciti della Camorra descritti dall'autore che riguardano il tessuto anche del lontano Nord soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento di rifiuti industriali che la nostra opulenta società "nordista" crede di far scomparire nascondendoli sotto lo zerbino del Sud Italia mi ha colpito molto il capitolo dedicato a Don Peppino Diana.
Giuseppe Diana nasce a Casal di Principe da una famiglia di proprietari terrieri e viene ordinato sacerdate nel 1982. Dal 19 settembre 1989 era parroco della parrocchia di San Nicola di Bari in Casal di Principe, proprio il suo paese natio. Alle 7.30 del 19 marzo 1994, don Giuseppe Diana viene assassinato nella sacrestia mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. Due killer lo uccidono con una pistola calibro 7.65 con cinque colpi, due alla testa, uno in faccia e uno alla mano. L'omicidio avvenne in seguito all'impegno che il sacerdote da anni sosteneva nella denuncia dei loschi affari della camorra nelle terre della sua gente. Memorabile fu il documento che scrisse contro la camorra nel 1982 "Per amore del mio popolo non tacerò".

Ho deciso di dedicare un post sul mio insignificante blog a questo esempio di coraggio, per testimoniare come una persona anche da sola possa smuovere le coscienze delle persone. E lo voglio ricordare con uno scritto che Saviano mette nel suo libro e che mi permetto di riportare, sperando che l'autore non se la prenda. E' un articolo che scrisse Cipriano, un amico di gioventù di Don Peppino, un'arringa ispirata ai discorsi del sacerdote: avrebbe dovuto essere letta al funerale di Don Peppino. Ma quella mattina Cipriano non ebbe la forza nemmeno di andarci al funerale.
Non permettiamo uomini che le nostre terre diventino luoghi di camorra, diventino un'unica grande Gomorra da distruggere! Non permettiamo uomini di camorra, e non bestie, uomini come tutti, che quello che altrove diventa lecito trovi qui la sua energia illecita, non permettiamo che altrove si edifichi ciò che qui viene distrutto. Create il deserto attorno alle vostre ville, non frapponete tra ciò che siete e ciò che volete solo la vostra assoluta volontà. Ricordate. Allora il SIGNORE fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco; egli distrusse quelle città, tutta la pianura, tutti gli abitanti delle città e quanto cresceva sul suolo. Ma la moglie di Lot si volse a guardare indietro e diventò una statua di sale. (Genesi 19,12-29). Dobbiamo rischiare di divenire di sale, dobbiamo girarci a guardare cosa sta accadendo, cosa si accanisce su Gomorra, la distruzione totale dove la vita è sommata o sottratta alle vostre operazioni economiche. Non vedete che questa terra è Gomorra, non lo vedete? Ricordate. Quando vedranno che tutto il suo suolo sarà zolfo, sale, arsura e non vi sarà più sementa, né prodotto, né erba di sorta che vi cresca, come dopo la rovina di Sodoma, di Gomorra, di Adma e di Seboim che il SIGNORE distrusse nella sua ira e nel suo furore, (Deuteronomio 29,22).
Si muore per un sì e per un no, si dà la vita per un ordine e una scelta di qualcuno, fate decenni di carcere per raggiungere un potere di morte, guadagnate montagne di danaro che investirete in case che non abiterete, in banche dove non entrerete mai, in ristoranti che non gestirete, in aziende che non dirigerete, comandate un potere di morte cercando di dominare una vita che consumate nascosti sotto terra, circondati da guardaspalle. Uccidete e venite uccisi in una partita di scacchi il cui re non siete voi ma coloro che da voi prendono ricchezza facendovi mangiare l'uno con l'altro fin quando nessuno potrà fare scacco e ci sarà una solo pedina sulla scacchiera. E non sarete voi. Quello che divorate qui lo sputate altrove, lontano, facendo come le uccelle che vomitano il cibo nella bocca dei loro pulcini. Ma non sono pulcini quelli che imbeccate ma avvoltoi e voi non siete uccelle ma bufali pronti a distruggersi in un luogo dove sangue e potere sono i termini della vittoria. È giunto il tempo che smettiamo di essere una Gomorra...


Se pensassimo che sono esistite alcune persone che hanno dato la vita perchè tutti noi vivessimo in un mondo più giusto forse la nostra società migliorerebbe davvero. Anche nel perfetto Nord e anche a Brescia dove si scoprono sempre di più i tentacoli di quella Gomorra che si pensava confinata nel profonfo Sud.

Angelo.