venerdì 9 novembre 2007

Strage di S. Anna di Stazzema (Lucca):arrivano gli ergastoli


Fonte "Sole 24 ore"

"La prima sezione penale della Cassazione ha confermato i tre ergastoli inflitti dalla Corte militare d' Appello di Roma per la strage di S. Anna di Stazzema (Lucca) a un ufficiale e due sottufficiali nazisti che il 12 agosto 1944 ordinarono l' uccisione di più di 500 civili. La Corte non bocciato la tesi del Pg Vittorio Garino che aveva chiesto l' annullamento con rinvio degli ergastoli e la celebrazione di un nuovo processo sostenendo non solo che mancava la prova della presenza fisica a S. Anna di Stazzema dei militari accusati della strage ma anche che i testimoni ascoltati erano militari semplici delle Ss che parteciparono alle esecuzioni e quindi avrebbero dovuto essere considerati coindagati (e con le garanzie del caso). Il collegio della suprema corte, presieduto da Torquato Gemelli, ha quindi confermato la sentenza con cui, il 21 novembre del 2006, la corte militare d'appello di Roma aveva condannato al carcere a vita l'ex ufficiale Gerhard Sommer e gli ex sottufficiali George Rauch e Karl Gropler, attualmente liberi, residenti in Germania e ultraottantenni, condannandoli anche al rimborso delle spese processuali più un risarcimento di 4 mila euro per le parti civili. «Ero incredulo alla lettura del dispositivo, provo una gioia profonda per la mia gente». Così Michele Selicani, il sindaco di Sant'Anna di Stazzema, con gli occhi lucidi dalla commozione, ha commentato la decisione della Cassazione di confermare gli ergastoli per tre militari nazisti ritenuti responsabili della strage avvenuta nel suo Paese nel 1944.
Al comando di Walter Reder l'eccidio rappresaglia contro la frazione di S. Anna, colpevole di non aver obbedito all'ordine di evacuazione avvenne all'alba. I reparti delle SS fecero scempio di oltre 500 persone, per lo più vecchi, donne e bambini."
Sono notizie che dovrebbero avere una rilevanza ben superiore a quella che i mass media concedono. Stiamo parlando della nostra storia, delle nostre radici!
Potranno passare secoli ma il ricordo di queste stragi e di quanto possa fare la stupidità umana devono rimanere a perenne monito.
Un pensiero a quelle persone e alle loro famiglie.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve, è giusto che che non si ripetano più queste cose ma io dico e mi chiedo..perchè si ricordano solo fucilazioni dei nazisti e non fucilazioni, torture, messe in atto dai partigiani nel condotto alpino di Sondrio ai soldati della Repubblica sociale italiana o campi di concentramento in Toscana da parte degli americani???E perchè non si ricorda per esempio che gli americani in Sicilia hanno portato distruzione e le ragazze venivano stuprate dagli ALLEATI(??????) americani?? Oppure ancora che i partigiani dopo la liberazione bruciavano le case dei combattenti della R.S.I. e le sue famiglie??
E perchè non viene detta la verità sulla morte di Mussolini..nessuno ha ammesso che l'hanno fatto spogliare con claretta petacci e hanno abusato di lei e dopodichè sono stati fucilati e poi vestiti a nuovo per non mostrare alla gente i segni della fucilazione???La storia è stat scritta dai vincitori e ammettendo il gravissimo e orribile orrore compiuto da hitlersarebbe importante per i giovani che la storia venisse raccontata da più punti di vista..e smetterla di raccontare soltanto quello che si vuole..
Buon lavoro
Saluti

Angelo Bergomi ha detto...

Caro Nicola, il sottoscritto si è sempre distinto per il rigetto di qualsiasi forma di violenza qualunque fosse il fine usato come giustificativo.
Da sempre ho detto che qualunque reato penale commesso da chicchessia durante i tragici anni della seconda guerra mondiale e successivi andrebbe condannato con la massima severità, anche a sessant'anni di distanza.
Questo come premessa che spero le sia chiara.
Non dimentico però una cosa: gli anni della resistenza sono stati necessari per liberare la nostra nazione da un regime in cui non c'era libertà, da un regime che ha mandato al massacro giovani italiani sul fronte, compresi quelli che non condividevano le idee del dittatore che li ha obbligati.
In casa mia un prozio, fratello di mio nonno paterno, a pocopiù di vent'anni venne costretto ad andare sul fronte a combattere una guerra non sua. Mia nonna piangeva tutte le volte che ricordava il giorno della partenza da casa di questo ragazzo. Letteralmente attaccato agli stipiti del portone della cascina in cui abitavano.
Solo 15 anni fa ci giunse la comunicazione che la sua medaglietta era stata trovata in un ossario comune. Sul monumento dei caduti a Lodetto e all'ingresso della scuola elementare di Rovato Centro campeggia il suo nome tra i dispersi: Bortolo 1918-1942. Lo ricordai anche il giorno della mia elezione a segretario DS di Rovato, facendo commuovere mio padre.
Ecco che al di là di rappresaglie ingiustificate che andrebbero comunque accertate ritengo che la data del 25 aprile 1945 rappresentò la fine di un incubo e la rinascita di una nazione intera. Povera ma democratica.