domenica 19 luglio 2009

Conferenza dei servizi in Provincia del 13 Luglio 2009: le emissioni di polveri della cava Bonfadina










Lunedì 13 Luglio, accompagnato dal sempre prezioso vicesindaco Costanzi e dalla d.ssa Ballarin dell'ufficio ecologia mi sono recato in Provincia a una conferenza dei servizi convocata dal settore Aria e Rumore (geom. Vito Lancellotti e ing Speranza). Presente l'amministrazione comunale di Cazzago con il vicesindaco Gatta e la responsabile dell'Uff Tecnico, l'ARPA con il dottor Lamanna Michele. Il tema era l'emissione di polveri dovuto all'attività estrattiva nei terreni della cava Bonfadina. La ditta Bettoni spa era presente con il titolare Massimo Bettoni, il geologo dott. Cadeo e l'avvocato Ezio Cividini.


Io ero presente su delega del nostro sindaco Cottinelli. Ho espresso a nome dell'amministrazione comunale l'illogicità di alcuni atteggiamenti messi in atto dalla Provincia.



Come è possibile che il 25 giugno 2009 l'amministrazione comunale di Rovato riceva comunicazione dal settore Cave della Provincia dell'autorizzazione all'attività estrattiva (che comprende prescrizioni anche sulle polveri) e la Provincia stessa convochi per il 6 Luglio (poi spostandola al 13 Luglio) una conferenza dei servizi sulle emissioni di polveri?



Delle due l'una. O la conferenza dei servizi del 13 Luglio era inutile ed era già deciso l'esito della stessa oppure l'autorizzazione all'escavazione doveva essere emessa dopo l'esito della conferenza stessa.



Sul tema delle polveri ho espresso la perplessità notevole dell'amministrazione di Rovato nei confronti delle mitigazioni proposte dalla ditta. Vi sono una serie di piantumazioni effettuate con scarsa efficacia. Le piante posizionate sul perimetro sono per buona parte rinsecchite dopo meno di due anni dal loro innesto.
La ditta dichiara di usare 5 operai per la gestione della cava e contemporaneamente di abbattere le polveri con autobotti e nebulizzatori, con la conseguenza che almeno 3 di questi addetti se ne dovrebbero occupare. Questo vorrebbe dire che l'attività di estrazione verrebbe realizzata con soli due operai. Irrealistico. Ergo se ne deduce che le mitigazioni non verranno realizzate efficacemente.
La ditta ha asserito di avere una autorizzazione provinciale, concordata con l'amministrazione comunale rovatese, per l'accesso dal lato sud del terreno. Ossia, cari rovatesi, camion da cava in ingresso/uscita in prossimità del vivaio Pelizzari direttamente sulla Statale 11.


Io ho ribadito che il traffico censito dalla ditta è basato su un censimento che sarebbe avvenuto nel Luglio 2005. Si avete capito bene: la viabilità attorno alla cava è stata censita in pieno Luglio, tipico mese di traffico a regime, vero? Lasciamo perdere il modo di calcolare i camion in ingresso-uscita.
Rinnovo a tutti i cittadini che lo desiderassero la possibilità di leggere la documentazione da noi prodotta LKunedì, compreso lo studio del traffico che abbiamo prodotto ancora nel 2005 che parla di 32.210 automezzi che transitano quotidianamente nei pressi del terreno da cava e di 290 mezzi pesanti indotti dall'apertura del bacino.
Ci siamo accordati infine con l'ARPA per produrre del materiale aggiuntivo per consentire anche a questo ente di rendersi conto delle nostre ragioni, visto che sul tema delle polveri e delle emissioni acustiche le decisioni regionali sono state prese su dati forniti dalla ditta. Un pò come chiedere all'oste se il suo vino è buono!

Per semplicità riporto il paragrafo Conclusioni della documentazione che abbiamo depositato agli atti.


" L’analisi condotta nel presente documento ha avuto lo scopo di dimostrare che il tema delle polveri, dell’impatto acustico e dell’inquinamento dei corpi idrici è un grave problema connesso alla partenza di un’attività estrattiva. In sintesi l’Amministrazione Comunale di Rovato non ritiene che vi siano le condizioni per consentire la partenza della stessa nell’ATEg09 attraverso
l’autorizzazione all’emissione di polveri in atmosfera. Le mitigazioni previste sono infatti
inefficaci. L’accesso previsto all’ATE è problematico e pone in condizioni di rischio il transito
ciclopedonale sulla SPBS11. Le arterie stradali non sono in grado di sostenere il traffico pesante indotto dalla partenza dell’attività estrattiva. Le falde e i corsi d’acqua che transitano nell’ATEg09 sono vulnerabili.
Ribadiamo la necessità di rivedere la soluzione viabilistica adottata (strettamente connessa al tema delle polveri e delle emissioni acustiche) con la partecipazione del comune di Cazzago S.M. come parte attiva. Riteniamo indispensabile che con l’intervento dell’ARPA la Provincia si faccia promotrice di un’analisi acustica, dell’aria, della viabilità e delle acque della zona dell’ATEg09. Non è possibile che decisioni così importanti possano venir prese su dati forniti solo dal privato proponente.
Soprattutto quando si tratta di un terreno come quello dell’ATEg09 che è ancora oggetto di una procedura di messa in mora da parte della Commissione Europea, che è stato considerato di particolare pregio agricolo come scritto nel Piano Provinciale Rifiuti di Brescia, che riconosce come all’art. 3 del Disciplinare di produzione allegato al Decreto M.I.P.A.F. del 25.06.2008 il terrenorisulta essere tutelato dal marchio DOCG “Franciacorta” e soggetto a caratteri ambientali a carattere escludente
Ricordiamo che, a quanto risulta all’Amministrazione Comunale scrivente, il TAR Brescia ha
convocato per il prossimo Novembre una udienza in cui discutere dei ricorsi al TAR presentati dai Comuni di Rovato e Cazzago S.M.. In essa verranno discussi anche i motivi aggiunti sollevati dalle amministrazioni comunali il mese scorso in merito alla conclusione della verifica di assoggettabilità a VIA che ha determinato l’esclusione della VIA per l’ATEg09 e che ha fissato le mitigazioni riprese nella domanda di autorizzazione alle emissioni della ditta.
Riteniamo sia ragionevole quantomeno attendere il pronunciamento del TAR sulla questione onde evitare il rischio di permettere l’inizio dell’attività estrattiva con danni irreversibili all’ambiente per poi scoprire che il TAR Brescia ha considerato degne di accoglimento le osservazioni dei comuni, come peraltro accaduto solo un anno fa.
Rammentiamo, infine, che su un aspetto che mostra problematiche gravi i funzionari preposti
debbano anche personalmente cautelarsi dotandosi di tutti gli elementi necessari per poter prendere una decisione nell’interesse innanzitutto della comunità, qualunque sia stato l’iter precedente subito dall’impianto oggetto della domanda di autorizzazione su cui sono chiamati a decidere. "


Altre foto per rendersi conto del fatto che le nostre rimostranze sulle mitigazioni apportate dalla ditta non sono fisime ma supportate dalla realtà dei fatti.


Piante secche, che mitigheranno qualcosa quando l'attività estrattiva sarà terminata, piantate con una frequenza tale da renderle inefficaci. Nel prossimo post il pronunciamento della Provincia sul tema.

































Siamo al paradosso!

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