venerdì 21 agosto 2009

Ricevute fiscali, evasione e le regole per tutti



Apprendo dai giornali delle indagini della Guardia di Finanza per far emergere quella grande fetta di economia sommersa che è presente nel nostro Paese. Dalla Stampa leggo che dal 1 luglio a Ferragosto le Fiamme Gialle hanno eseguito 14.632 verifiche su 959 proprietari di yacht, oltre ad altri 13.673 controlli nei confronti di persone trovate alla guida di auto di lusso: una lotta all’evasione basata sulla verifica dell’effettivo stile di vita dei potenziali evasori.
E ne sono uscite di ogni tipo. Mega auto di lusso intestate a nullatenenti pensionati, yatch lussuosi posseduti da persone con redditi normalissimi. Ma non solo.
Mille i controlli eseguiti su attività tipiche della stagione estiva: alberghi e affittacamere (256 verifiche), ristoranti e pizzerie (237), bar e gelaterie (204), stabilimenti balneari (181), villaggi turistici (47), campeggi (26) e discoteche (24). Ben 44 di queste attività operavano alla luce del sole ma sarebbero evasori totali, secondo quanto spiegato dalle Fiamme Gialle - "soggetti completamente sconosciuti al fisco, non avendo mai presentato dichiarazione dei redditi". L’evasione complessiva ha sfiorato i 36 milioni di redditi non dichiarati, oltre a circa 13 milioni di Iva evasa.

Prendo spunto da questa notizia per raccontare un piccolo episodio che ho vissuto in prima persona qualche giorno fa. Il 16 Agosto stavo percorrendo con mia moglie il lungomare di Porto Recanati (ridente località marittima in provincia di Macerata) immerso nelle bancherelle del locale mercato. Una infinita distesa di banchi con prodotti di tutti i tipi.
A occhio e croce 200 banchi sui quali non ho visto che pochissime casse in grado di rilasciare scontrini. Men che meno i classici blocchetti per le ricevute cartacee.
Dopo un lungo girovagare mia moglie è colpita da un banco che vende bigiotteria e delle borse al quale ci fermiamo. E' gestito da una ragazza di colore. Dopo una lunga (per me) analisi mia moglie adocchia due belle collane e chiede il prezzo: 10 € l'una.
Decidiamo per l'acquisto di entrambe e con grande sorpresa, insieme al sacchetto con le due collane, la ragazza ci dà una ricevuta cartacea con tanto di dati anagrafici, di residenza, numero di Partita Iva e, dulcis in fundo, con apportato l'importo di 20 € effettivamente da lei incassato.
E' evidentemente scorretto generalizzare ma mi chiedo: in mezzo a decine di banchi gestiti da italianissimi commercianti dai quali avessi visto uno scontrino che fosse uno rilasciato all'acquirente, proprio al banco di una ragazza straniera dovevo vedermi rilasciare ricevuta con importo corretto?
Spesso e volentieri capita che coloro che qualcuno vorrebbe solo come ospiti con doveri ma senza diritti ci insegnino il rispetto delle regole del nostro Stato.

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