giovedì 21 giugno 2007

I giovani di Rovato e il lavoro


Eccomi qui con un post apparentemente non legato all'attività amministrativa del comune di Rovato. Il lavoro dei giovani rovatesi.
Parlo da giovane che vive a contatto con i giovani del nostro comune.
Momento fondamentale per ogni giovane è l'ingresso nel mondo del lavoro, indispensabile per il concretizzarsi delle proprie aspirazioni, necessario per il proprio mantenimento, decisivo per chi volesse mettere su famiglia.
Da giovane mi accorgo che sempre più difficile per i giovani è il raggiungimento di una posizione lavorativa dignitosa. Da rovatese conosco molti ragazzi di Rovato che, seppur con un invidiabile curriculum scolastico, non riescono a entrare nel mondo del lavoro se non accettando ridicoli stage aziendali o contratti di natura interinale.
Dietro grande è la delusione delle famiglie che tanti sacrifici hanno riposto sul futuro dei propri figli e sono costrette a sorbirsi invece anni di precariato a cui sono costrette a sopperire, visto che i figli non sono in grado di uscire da casa.
E come dovrebbero uscire?
Bilocali da 65 metri quadri a 450 euro di affitto in frazione, con stipendi co.co.pro da 700 euro.
Mutui che non vengono concessi se non dietro garanzia di un genitore perchè il contratto di lavoro non è a tempo indeterminato!
Il comune con il tavolo delle politiche giovanili e l'informagiovani ha dimostrato un interesse concreto per le problematiche dei giovani, anche in termini di lavoro. Si può fare di più sicuramente ma il seme è stato gettato.
L'edilizia popolare ha permesso a tante coppie di permettersi un mutuo altrimenti insostenibile (e la locuzione "..permettersi un mutuo..." la dice tutta di cosa sia diventato oggi il mettere su famiglia).
Mi piacerebbe che qualcuno descrivesse la propria esperienza attraverso anche questo piccolo strumento del mio blog. Potrebbe sempre tornare utile ad altri lettori.
Comincio io.
Dopo un mese dalla laurea (dicembre 2002), non ancora militeassolto, fui contattato da un'azienda che pretendeva di farmi una promessa d'assunzione (all'epoca era una semplice comunicazione d'intenti con cui l'azienda prometteva di assumere la persona entro qualche mese consentendo di sostituire i 10 mesi del servizio militare semplicemente con un contratto di lavoro) solo dopo aver firmato delle dimissioni "...per motivi personali...." non datate.
A mesi di distanza venni a sapere di un collega di studi contattato sempre dalla stessa azienda e che subì il medesimo trattamento.
Azienda franciacortina, non al polo nord.
Questo fu il primissimo contatto con il mondo del lavoro. Gran bell'esordio, non c'è che dire.

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