venerdì 25 luglio 2008

I NOE a Rovato: escavazioni abusive?



(foto tratta da rovato.org)





I carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) hanno sequestrato un’area artigianale in via XXV Aprile a poche centinaia di metri dalla zona della cava Bonfadina.


Secondo i militi dall’area sarebbero stati asportati abusivamente circa 20mila metri cubi di terreno poi rimpiazzati da scarti di lavorazione edile. Va ricordato che alle imprese coinvolte nei lavori era stata accordata solamente la demolizione dei fabbricati presenti nell’area destinata ad ospitare la realizzazione di nuove unità artigianali.
Dalle informazioni che anche la stampa ha riportato, posti i sigilli all'intera zona, i tecnici della Magistratura hanno effettuato carotaggi con conseguenti prelievi di campioni di terreno. Va accertato infatti se siano state sotterrate sostanze pericolose come amianto.


Aspettando ovviamente l'esito delle indagini della magistratura e volendo aprire un discorso che vada oltre il caso specifico, va comunque sottolineato che Brescia è spesso scenario di escavazioni abusive. Anche a Rovato solo pochi anni fa in un cantiere la Guardia di Finanza scoprì l'escavazione abusiva di migliaia di metri cubi di ghiaia e sabbia rimpiazzati con scarti di demolizione. Solo una decina di giorni fa a Borgo S.Giacomo il Nita ha sequestrato un'area artiginale di 35mila metri quadri: sotto le fondamenta di capannoni e stabilimentisarebbero state trovate numerose sostanze potenzialmente tossiche, scarti di lavorazione industriale di varia natura e residui di eternit.

Proprio due settimane fa una testata giornalistica on-line (http://www.bsnews.it/) mi ha chiesto di collaborare al mantenimento di una rubrica in cui parlare di ambiente. Ho di buon grado accettato. Nel post di settimana scorsa avevo concentrato l'attenzione proprio sulla necessità di monitorare lo smaltimento degli scarti di demolizione dei cantieri, monitoraggio che deve prevedere una sinergia di inenti tra le amministrazioni comunali non dotate delle risorse necessarie per un controllo autonomo e i corpi dediti alla tutela delle leggi anche in tema ambientale. Va comunque ribadito come l'escavazione abusiva e l'interramento di inerti (che per legge sono rifiuti) messi in atto da talune imprese sono comportamenti illeciti.
Nel caso specifico di via XXV Aprile apprendo dalla stampa che sono state emesse 4 denunce per gestione illecita di rifiuti: il legale rappresentante di una ditta edile, il responsabile tecnico di cantiere, il direttore dei lavori di demolizione e il titolare di una ditta di escavazione.


Nell'articolo "Dove finiscono gli scarti di demolizione?" che ho scritto per http://www.bsnews.it/ e a cui rimando per un approfondimento, evidenziavo anche una delle tanti possibili contromosse che le amministrazioni comunali potrebbero mettere in atto e che non più tardi di un mese fa ho portato all'attenzione anche della maggioranza di cui faccio parte:
introdurre nel regolamento edilizio una norma che vincoli il rilascio della concessione edilizia per costruire nuovamente su aree oggetto di demolizioni alla presentazione da parte dell’impresa demolitrice di opportuna certificazione che dimostri il corretto smaltimento degli scarti di demolizione. Necessaria poi sarebbe una successiva visita da parte dell’ufficio tecnico comunale per accertare in loco la veridicità della certificazione.

Sperando di aver dato un contributo alla discussione resto in attesa di interventi/segnalazioni che possano innanzitutto aiutare tutti a informarci di aspetti della vita che ci circonda a cui non poniamo la giusta attenzione.

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