martedì 14 ottobre 2008

Don Ciotti :"E la commissione parlamentare Antimafia?"




Ieri è partita la dodicesima edizione della Carovana antimafie. Consterà di cento tappe in due mesi per parlare di mafie.


E nei giorni in cui si scopre un piano per l'assassinio di Roberto Saviano e della scorta che lo difende Don Ciotti, fondatore di Libera, dice una frase passata sotto silenzio ma pesantissima:
"E' inquietante che in un paese dove governo e parlamento sono velocissimi nell'approvare provvedimenti che riguardano gruppi ristretti di persone, lo stesso governo e lo stesso parlamento, ad oltre cinque mesi dal loro insediamento, non siano ancora riusciti a far partire la Commissione parlamentare Antimafia. Come se la politica non sentisse la necessità di avere voce su quello che accade ogni giorno, su un'emergenza come quella della criminalità organizzata".


Caro Don Ciotti, Lei ha ragione, in questo Paese altre sono le priorità.

Come se noi tutti non sapessimo che la presenza di mafie a diverso livello comporta l'uccisione delle economie sane, la devastazione dell'ambiente in cui viviamo. Sui reati ambientali in piena Lombardia, in Brianza per l'esattezza, solo un mese fa sono stati scoperti sversamenti abusivi di materiale tossico realizzato da ditte i cui titolari sono stati arrestati.

Già, ma fa comodo pensare che questi sono problemi del lontano Sud e che qui da noi non esistono. Mai discorso fu più qualunquista e falso. Ma intriso di una falsità sorda e cieca e quindi per questo pericolosa.

In un paese civile le Sue parole, caro Don Ciotti, avrebbero dovuto sollevare un moto di indignazione e portare in poche ore all'insediamento della Commissione Parlamentare Antimafia. E invece no: si procede come se nulla fosse, tirando a campare.


Voglio a questo proposito riportare uno stralcio del discorso di fine anno pronunciato il 31 Dicembre 1982 dall'allora Presidente Pertini, figura a cui fin da piccolo mi sono sentito legato e che ricordo sempre con nostalgia, un partigiano, ricordiamocelo!

A proposito di mafie disse parole che purtroppo risultano ancora troppo attuali:


VI SONO ALTRI MALI CHE TORMENTANO IL POPOLO ITALIANO: LA CAMORRA E LA MAFIA. QUELLO CHE STA SUCCEDENDO IN SICILIA VERAMENTE CI FA INORRIDIRE. VI SONO MORTI QUASI OGNI GIORNO. BISOGNA STARE ATTENTI A QUELLO CHE AVVIENE IN SICILIA E IN CALABRIA E CHE AVVIENE ANCHE CON LA CAMORRA A NAPOLI. BISOGNA FARE ATTENZIONE A NON CONFONDERE IL POPOLO SICILIANO, IL POPOLO CALABRESE ED IL POPOLO NAPOLETANO CON LA CAMORRA O CON LA MAFIA. SONO UNA MINORANZA I MAFIOSI. E SONO UNA MINORANZA ANCHE I CAMORRISTI A NAPOLI.
PROVA NE SIA QUESTO: QUANDO E' STATO ASSASSINATO PIO LA TORRE, VI ERA TUTTA PALERMO INTORNO AL SUO FERETRO. QUANDO E' STATO ASSASSINATO IL GEN. DALLA CHIESA, CON LA SUA DOLCE, SOAVE COMPAGNA, CHE E' STATA PIU' VOLTE QUI A TROVARMI, PROPRIO IN QUSTO STUDIO, TUTTA PALERMO SI E' STRETTA INTORNO AI DUE FERETRI PER PROTESTARE. QUINDI IL POPOLO SICILIANO, IL POPOLO CALABRESE ED IL POPOLO NAPOLETANO SONO CONTRO LA CAMORRA E CONTRO LA MAFIA
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Chiediamoci tutti perchè la lotta a queste piovre che strozzano la vita delle persone e delle economie sane non è al primo posto nell'ordine del giorno quotidiano dell'azione del nostro governo.

Angelo

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