giovedì 19 luglio 2007

"Chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ne ha una volta sola."





"Chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ne ha una volta sola."


Sono passati 15 anni da quel 19 Luglio 1992. Dopo aver pranzato a casa di amici, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio a Palermo, dove viveva sua madre. Con un'esplosione di una Fiat 126 parcheggiata nei pressi, imbottita con 100 chili di tritolo vennero uccisi Paolo Borsellino e 5 agenti della scorta che voglio ricordare:

Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo.

Quello fu un giorno che come per la strage di Capaci, ognuno dovrebbe ricordare. Rammento molto bene che, poco più che quattordicenne, quel 19 Luglio ero al mare in una colonia marina in un clima festoso insieme a tanti ragazzini inconsapevoli: quella notizia ci raggiunse col telegiornale della sera.

Non ci volevo credere, a meno di due mesi dalla morte di Falcone.

Qualche anno dopo venne al Convento dell'Annunciata la sorella, Rita Borsellino. Mi accompagnò mio papà una domenica mattina. Venne a parlare dell'esperienza del fratello e della lotta alla mafia. Mi rimase impressa la descrizione delle ultime ore del fratello e degli ultimi giorni che lei lo vide. Una descrizione lontana dalla cronaca giudiziaria, ma vista dall'ambito famigliare.
Prima di essere un magistrato Paolo Borsellino era un uomo, un padre di famiglia, un marito, un fratello, un figlio premuroso.
E infine un servitore dello Stato. Tutti noi dovremmo essergli riconoscenti.

Questo è il mio piccolo ricordo personale di quest'uomo.
Spero che tutti rivolgano almeno oggi un pensiero al suo sacrificio.

Angelo Bergomi






2 commenti:

Anonimo ha detto...

Angeloooooooooo.... voto angelo... ohoh... uno de noarti.

Anonimo ha detto...

Ciao
Paolo Borsellino, secondo me, stava arrivando a verità assolutamente scomode di collusioni tra "famosissimi" imprenditori del nord italia e cosa nostra...chi arriva vicino a queste verità purtroppo non ha scampo in questo sistema mafioso che è lo Stato Italiano.
Onore a Borsellino, Falcone, e a chi ha finito di vivere servendo lo Stato , compiendo il Suo dovere. Non sono morte le loro idee (vedi anche Ambrosoli)
L'Italia puirtroppo avrebbe bisogno di gente cosi'.
ciao