mercoledì 27 febbraio 2008

Il TAR blocca le ruspe alla Bonfadina!


Con ordinanza 188/08 del 25/02/2008 il TAR di Brescia ha stabilito che i comuni di Rovato e di Cazzago S.M. avevano ragione.
L’Ambito Territoriale Estrattivo 9, da tutti conosciuto come cava Bonfadina era da considerarsi un terreno di 35 ettari di superficie e come tale da sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) prima di autorizzare l’attività estrattiva. Valutazione che la Regione è ora obbligata a redigere con il fermo delle attività.
Per anni, nonostante innumerevoli segnalazioni e atti ufficiali dei comuni lo studio di VIA non era mai stato né richiesto dal competente settore della Provincia né concesso dalla Regione.
Non c’era riuscita nemmeno una infrazione della commissione europea a cui il caso della Bonfadina era arrivato grazie all’interessamento del sindaco di Cazzago S.M. Foresti con conseguente messa in mora della Regione.
Esprimo sinceramente grande soddisfazione perché il TAR di Brescia ha riconosciuto innanzitutto un principio. L’area di riferimento per la VIA non è da considerarsi solo la superficie produttiva (aree estrattive, impianti e stoccaggio) come da sempre Provincia e Regione hanno sostenuto per il nostro caso ma l’intera area dell’ambito estrattivo, dichiarando l’interpretazione della Provincia non “…conforme all’obiettivo delle direttive comunitarie…vanificando la funzione degli ATE come strumenti di equilibrio tra l’attività economica privata e gli interessi ambientali pubblici.” (recita l’ordinanza del TAR).
Cioè l’esatta segnalazione che da anni stiamo ribadendo come comuni.
Il TAR ha disposto la sospensiva dei lavori e l’attivazione della procedura di VIA.
Questo vuole dire che per i comuni vi sarà l’opportunità di rimarcare nelle opportune sedi regionali le perplessità di sempre sull’intero progetto.
A partire dalla scelta assurda della collocazione dell’ambito, alle dimensioni (106 campi da calcio in piena Franciacorta), dallo spostamento di 600.000 mc dall’ambito di proprietà della stessa ditta Bettoni spa da Travagliato in questo di Rovato quando la legge indica di allargare bacini esistenti invece di aprirne di nuovi alla gestione della viabilità.
Su questo tema sicuramente ricorderemo come il competente settore provinciale abbia autorizzato una rotatoria per l’accesso dei bilici della ditta (circa 300 al giorno da 200 quintali l’uno) su una via comunale di 3.5 metri di carreggiata con necessità di espropri di privati per una rotatoria che di uso pubblico ha ben poco.
O come l’accesso temporaneo di questi bilici per un anno concesso su una via comunale di Cazzago S.M. dove solo un mese fa un cittadino gussaghese in scooter ha perso la vita in un sinistro che vide coinvolto proprio un camion proveniente da una cava della zona.
Non ritengo impossibile che in sede regionale l’intero progetto possa essere definitivamente cancellato e che per una volta il rispetto rigoroso delle normative venga attuato.
Colgo l’occasione per ringraziare del sostegno di questi quattro anni tanti cittadini rovatesi sia delle zone più interessate all’apertura dell’ambito (come quelli della frazione di Lodetto) sia quelli abitanti nelle frazioni più lontane (vedi S.Giorgio) e tante associazioni, tra cui Legambiente e il Gruppo Tutela Ambiente di Rovato.
In infinite occasioni si sono messi a disposizione a fianco del comitato anticava di Rovato e delle amministrazioni comunali per far valere le nostre ragioni.
E una volta tanto il tribunale ha riconosciuto che spesso il buonsenso di semplici cittadini può superare l’ottusità e l’arroganza di certe istituzioni.

Nessun commento: